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E L’UOMO COMINCIO’ A SCRIVERE

E l’uomo cominciò a scrivere è un articolo dell’archivista docente Leopoldo Sandri (Castel Viscardo, Terni, 1907 – Roma, 1984) dell’anno 1969 quando era sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato.

Lui stesso, l’uomo, rimase stupito, di questa sua invenzione, quella dello scrivere, e quando volle ricercarne l’origine l’attribuì con umiltà alla rivelazione di un dio o di un eroe.

 È ormai accertato, però, che in forme, modi e tempi diversi si è giunti alla invenzione della scrittura separatamente dai vari popoli e non per diffusione da un unico centro. Il che dimostra, almeno alle origini, la similarietà, se non l’uguaglianza, dei processi intellettuali seguiti per raggiungere un tal fine e la identità degli impulsi spirituali che spinsero a cercarne il raggiungimento.

L’affermarsi, però, pressi vari popoli, dell’arte dello scrivere, il suo evolversi, progredire, a volte anche rimanere allo stato iniziale, è strettamente connesso con l’evolversi, progredire e regredire delle loro civiltà.

Alle origini la scrittura fu appannaggio della classe sacerdotale.

Per millenni, e presso, si può dire, quasi tutti i popoli, il ritrovamento e la lettura di innumerevoli iscrizioni tombali lo dimostra, un senso di divino, si sacro, di magico ha accompagnato l’arte dello scrivere; un mezzo dato all’uomo per parlare con coloro che l’hanno preceduto nel mondo delle ombre.

Ma della scoperta della scrittura nelle sue manifestazioni quella dello scrvere vero e proprio e quella del leggere, lo spirito umano trasse un’altra conseguenza ben più profonda, intima, sottile che non la soluzione di molteplici problemi pratici pur importantissimi: il soddisfacimento della propria ansia di sapere, l’alimento della vita intellettuale, la cultura.

Quando avvenne questo fatto portentoso, quando fu che l’uomo cominciò a scrivere?    Sei, settemila anni avanti la nostra era, ma per quelle che si chiamano le protoscritture si sale molto più indietro, ai cinquanta, sessantamila anni.

La scrittura nasce dalla pittura ma non si identifica in essa.

Quelle rappresentazioni pittoriche avevano il particolare che potevano servire a chiunque qualsiasi linguaggio parlasse e potevano di conseguenza essere anche lette e comprese senza l’intervento di un lettore. Anche il discorso per immagini, come già quello per cose, non venne a cessare con l’introduzione della scrittura. Anzi esso, come forma di comunicazione integrativa e sostitutiva di essa, è ricorrente, e l’uso maggiore o minore che se ne è fatto va messo in rapporto, per certe epoche, con l’estensione o meno della capacità di scrivere e più di leggere.

Si fece un passò avanti, si trovò il modo di rendere con segni, o più precisamente di rappresentare visivamente, il suono degli elementi componenti la parola che indica la cosa a cominciare dalle consonanti; in uno stadio successivo e da popoli di più elevata civiltà di altri si resero con segni anche le vocali. Fu allora che nacque l’alfabeto.