musica

Musica Lirica

Ultimo ascolto

Opera di Gioacchino Rossini . edizione del 2019 . Trasmessa su Rai 5

AL GRAN SOLE CARICO D’AMORE

Opera di Luigi Nono, trasmessa su RAI 5. in occasione del centenario della nascita.

Un grande murales che riportano scritti di grande valore politico e umano. Riporta riferimenti di azioni politiche e rivoluzionare, riassunte nella figura della madre. La donna è protagonista del mondo della rivoluzione. Si alternano riferimenti al passato come al presente, come al tempo stesso si alterna la presa di coscienza, la consapevolezza e l’istinto.

Dalla esperienza della Comune di Parigi , alle rivoluzione sovietica una dialettica sulle oppressione liberazione. L’opera si conclude con l’assassinio della madre

Testi di Brecht, Gorkij, Marx, Lenin, Louise Michel, Tania Bunke, C. Pavese, Ljubimov e Julia Dobrovolskaia, Haydée Santamaria, Cecilia Sanchez, Gramsci, Dimitrov, Fidel Castro, canti di lotta, testimonianze dal vivo, costituiscono il tessuto verbale del lavoro: il titolo è fornito da una poesia di A. Rimbaud .

28 gennaio 2024

LA FANCIULLA DEL WEST

Ascolto su Rai 5 una storica edizione con la regia di Lanfranchi del 1956. Direzione musicale Alfredo Simonetto, nel cast Mario Petri. La visione in bianco e nero ha la sua buona efficacia. Sono contenta di apprezzare queste voci e vedere una scenografia realistica.

21/12/2023

locandina di una produzione della Scala

Firenze Teatro dell’Opera – 2015

Bellissima edizione , preceduta prima dell’inizio dell’opera con una interessante presentazione

VECCHI AMORI

Turandot

La Turandot per i raffinati amanti della musica lirica non sarà mai considerata fra le opere più importanti. Tuttavia, deve essere amata e considerata per tanti motivi. Il primo perché è una favola, e appartiene alla raccolta di fiabe persiane ‘ Le mille e un giorno’ (da non confondere con la raccolta di ‘Mille e una notte’). La storia della principessa Turandot fu tradotta in francese nel 1710. Nel 1762 si ritrova riportata da Carlo Gozzi, con versi di Schiller e riportata poi in libretto da Andrea Maffei. Puccini ha alleggerito il racconto togliendo molti personaggi riducendo l’originale di cinque atti in tre. Ha mantenuto nei tre ministri Ping, Pong e Pang uno spazio di colore. Secondo motivo di pregio sta nel rispetto che l’opera presenta delle tre unità aristoteliche (tempo, luogo e azione), infatti tutto si svolge dal mattino fino all’alba del giorno dopo. Puccini purtroppo morì il 29 novembre del 1924 a Bruxelles, lasciando la Turandot incompleta (terzo motivo) come tutte le opere speciali. L’opera andò in scena al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile del 1925 con la direzione di Arturo Toscanini.

Frondi tenere e belle
del mio platano amato
per voi risplenda il fato.
Tuoni, lampi, e procelle
non v’oltraggino mai la cara pace,
né giunga a profanarvi austro rapace.

Ombra mai fu
di vegetabile,
cara ed amabile,
soave più.

Dall’opera di Giuseppe Verdi ‘Rigoletto’, atto secondo.

Una perla dall’effetto liberatorio.

Un padre vuole vendicare il rapimento della figlia, mentre la figlia invece lo invita a perdonare

Sì, vendetta, tremenda vendetta
di quest’anima è solo desio.
Di punirti già l’ora s’affretta,
che fatale per te suonerà.
Come fulmin scagliato da Dio,
te colpire il buffone saprà.

GILDA
O mio padre, qual gioia feroce
balenarvi negli occhi vegg’io!

Perdonate: a noi pure una voce
di perdono dal cielo verrà.

MOZART

Le Nozze di Figaro

Al Teatro della Pergola di Firenze una riproposta della celeberrima opera di Mozart che venne rappresentata per la prima volta in quel teatro il 12 giugno 1788. L’opera due anni prima aveva debuttato a Vienna al Burgtheater . L’opera è stata preceduta da una conferenza nel Foyer di galleria del Teatro del Maggio. Il direttore Theodor Guschlbauer.

Le Nozze di figaro è il primo dei tre capolavori di Mozart, un racconto in musica avvincente, colorito e ricco di colpi e scena e pieno di vivacità. Molto rappresentata in tutti i teatri del mondo consente interpretazioni sceniche preziose per i costumi e le ambientazioni è uno spettacolo che si desidera sempre di rivedere.

WAGNER

LA TRETALOGIA

La tetralogia di Wagner è un insieme di quattro opere liriche che insieme riportano un complesso di miti del mondo nordico, meno conosciuti di quelli della mitologia greca e romana, ma ugualmente importanti come messaggio di un pensiero culturale antico.

È una storia che comprende Dei, Giganti Nani, Eroi e Figure di generi diversi in un intreccio che apre a situazioni sorprendenti e magiche. Questo per quanto riguarda il racconto come testo, ma la componente musicale dell’opera è altrettanto importante e coinvolgente da rendere il tutto entusiasmante e soprattutto unico.

 L’ORO DEL RENO

La prima opera della tetralogia, considerato il PROLOGO.

In fondo al Reno, è nascosto l’oro, custodito da tre ondine Woglinde, Wellgunde, Flosshilde. Mentre le ondine si perdono nei loro giochi vengono distratte e ingannate da un nano, della stirpe dei Nibelunghi, Alberich. Nelle loro schermaglie viene svelato il segreto dell’oro. ‘Chi con quell’oro saprà forgiare un anello, con quell’anello potrà conquistare il mondo, ma dovrà rinunciare all’amore.’ Alberich si beffa dell’amore e ruba l’anello.
 

copertina DVD

Intanto in alto, in una montagna su un prato, il capo degli Dei, Wotan, e sua moglie Fricka riposano su un prato. Alle loro spalle il Walhalla, la bellissima rocca che si sono fatta costruire dai Giganti incombe su di loro perché deve essere pagata. Freia, la sorella di Fricka, e dea della giovinezza implora aiuto perché i Giganti Fasolt e Fafner, costruttori del castello, la pretendono come pagamento. Wotan incautamente aveva fatto questo patto, ma non vuole rispettarlo anche perché perderla vuol dire non essere protetti e diventare vecchi. Il dio del Fuoco, Loge, assieme al Dio del Tuono, Donner, e quello della Pace e Fecondità, si adoperano per cercare una soluzione. Ci sarebbe un nibelungo Alberich che ha tanto oro che si potrebbe offrire ai Giganti al posto della Dea della giovinezza, ma l’offerta non viene accettata e Freia viene presa dai Giganti e nel Walhalla

all’istante si vedono i primi segni dell’invecchiamento. Wotan allora decide e insieme a Loge  di scendere alla ricerca di Alberich.

Intanto il nibelungo Alberich ha messo insieme un bel tesoro facendo lavorare da schiavi i nibelunghi e  con loro anche suo fratello Mime sul quale in particolare scarica il suo delirio di potere. Quando arrivano Wotan e Loge trovano il povero Mime che sfogandosi delle angherie del fratello racconta la magia di un elmo da lui stesso forgiato. Alla vista degli Dei Alberich si vanta del proprio potere e si gloria della volontà di diventare il padrone del mondo persino del Valhalla ma non è abbastanza accorto e cade dell’inganno di Loge che riesce a catturarlo e lo trascinano sulla montagna.

Per riavere la libertà Alberich deve cedere il tesoro dei Nibelunghi, cerca di tenersi l’anello ma Wotan pretende anche quello e lo strappa con violenza dal dito. Alberich  se ne va  lanciando la maledizione, di morte a chi possiederà l’anello.

Arrivano i giganti con Freia, vogliono tutto l’oro che occorre come per ricoprire la figura della dea, e alla fine sarà necessario anche l’anello per riempire l’ultimo buchetto. Wotan Rifiuta, i Giganti si riprendono Freia, ma dal suolo erge Erda, la madre terra che ammonisce ricordando quello che fanno Le Norne, che tessono il destino e annuncia la fine stessa degli Dei. Wotan allora getta anche l’anello sul tesoro e libera Freia.

I due Giganti si spartiscono il bottino e litigano per il possesso dell’anello finchè Fasold con un randello uccide il fratello. Si avvera così la prima maledizione.

Il Valhalla è salvo e Wotan fa grandi progetti, appare un grande arcobaleno, solo Loge comprende che la rovina è vicina.

Dalla profondità del Reno sale il lamento delle ondine per la perdita dell’oro.

BEETHOVEN

Il mio primo incontro con la grande musica è stato nientemeno con Beethoven e Bach. Ovviamente mi riferisco alla musica così detta classica perché la musica leggera alla radio si sentiva e si cantava anche. Ma con l’arrivo di un giradischi arrivarono questi due affascinanti 33 giri, una era la sesta sinfonia di Beethoven e l’altro la Toccata e Fuga di Back. Da allora quelle musiche lo ho ascoltate come fonte prima di piacere, di bellezza, di arte, di ricchezza.

Oltre che per essere la prima che ho conosciuto la sesta sinfonia, detta Pastorale, tocca la mia predilezione per l’ambiente rurale che racconta. Lo stesso autore l’ha presentata dicendo:

“Quanta gioia mi dà il camminare tra gli arbusti, gli alberi, i boschi, le erbe e le rocce. Per le rocce, gli alberi ed i boschi passano le risonanze di cui l’uomo ha bisogno”.

Sono le nove sinfonie e le trentadue sonate le opere che danno di Beethoven la lettura di tutto il suo percorso stilistico. Il grande compositore e direttore d’orchestra nacque a Bonn il 16 dicembre 1770 e morì a Vienna il 16 marzo del 1823.

Le nove sinfonie sono diverse fra loro, alcune anche antitetiche. La sesta sinfonia Opera 68 in Fa maggiore , detta La Pastorale è stata scritta nel 1808. Si compone di cinque movimenti. Il primo movimento ha come sottotitolo “Risveglio dei sentimenti all’arrivo in campagna” offre la sensazione delle dolcezza che la natura offre all’uomo dando un senso di conforto e tranquillità. Il secondo movimento è una scena al ruscello con il mormorio delle acque, seguito da un mormorio di mille voci, fino al canto dell’usignolo con il flauto, il grido della quaglia dell’oboe e del cuculo con il clarinetto. Al terzo movimento si sente l’allegria dei contadini con danze e canti. Al quarto arriva una tempesta con tutte le sue fasi, anche le più forti, che finisce con un arcobaleno da identificare con un flauto. Il quinto è un finale con il ritorno dell’equilibrio della natura e il ringraziamento dei pastori e quindi la fine della passeggiata nella natura.

BACH

Nato a Eisenach il 21 marzo 1685 è stato il più noto e importante di una grande famiglia di musicisti. Le sue doti naturali certamente ebbero un buon appoggio nell’ambiente familiare, fu presto abile nell’apprendere le tecniche di diversi strumenti, eccellente nel canto, con una bella voce, curioso di conoscere e comprendere le abilità di chi faceva musica al suo tempo.  Studiò a Luneburg con una borsa di studio che gli consentì di perfezionarsi all’organo e al clavicembalo e di formarsi una cultura generale. Le difficoltà economiche lo videro accompagnatore e suonatore di strumenti ad arco, come anche cantante nel coro della Michaeliskirche di Luneburg. Non potendo permettersi di frequentare l’università fu musico di corte per un certo periodo a Weimar, poi nell’agosto del 1703 ebbe il posto di organista a Arnstad. Il suo impegno come esecutore si accompagna presto con la capacità creatrice e con l’interesse alle diverse tendenze artistiche presenti in quegli anni. Nell’autunno del 1703 chiese, e gli fu concesso, un permesso di quattro settimane per andare a Lubecca per ascoltare la musica di un organista danese Dietrich Buxtehude la cui fama era diffusa in tutta la Germania. La distanza da coprire era di 400 km e Bach li fece a piedi. Il desiderio di conoscere questo famoso organista, molto più grande di lui, fu così importante che il giovane Bach giunto alla Marienkir- che rimase in segreto nella navata della chiesa, senza salire nella cantoria, per poter cogliere tutte le sottigliezze e scrutare i segreti di tanta abilità. Bach rimase ad Arnstad quattro mesi e seguì le ‘ Abendmusiken ‘ delle quali non si è conservato nessun spartito. Quando Bach tornò ad Arnstadt dopo quattro mesi offrì in compenso del suo ritardo stupefacenti variazioni nei suoi corali, portando nuove melodie che arrivavano persino a confondere e impressionare i fedeli in chiesa. Poi dal 1708 fu richiamato a Weimar come organista e clavicembalista cominciando una carriera che lo vide passare da diverse città sempre suonando, scrivendo e studiando le opere di altri musicisti.

La musica che Bach ha lasciato sono Messe, Oratori, Cantate sacre e profane, musiche per clavicembalo, per organo, per soli e orchestra, cantate, l’elenco sarebbe lunghissimo. Riconosciuta da tutti è la Toccata e Fuga e molto eseguita è La passione secondo San Matteo.

EZIO BOSSO

VERDI

Otello

Dal Teatro alla Scala per l’inaugurazione della stagione 2001/2002 , riproposta su Rai 5 il 3 luglio 2022. Fra i grandi interpreti da ricordare Leo Nucci nel brano ‘Credo in un dio crudel?