Teatro greco

I progetti dell’ISTITUTO NAZIONALE DEL DRAMMA ANTICO DEL 2024

SIRACUSA 2023

MEDEA

Assistere ad uno spettacolo classico del teatro greco nell’antico Teatro di Siracusa è una gioia, una soddisfazione, un piacere eccezionale.

MEDEA

A Corinto si svolge il dramma. Una storia che era nata prima nella Colchide ,

Da Le Argonautiche sappiamo che Medea, figlia del Re della Colchide e sacerdotessa di Ecate, per la volontà di Era ( Giunone ) e colpita dalla freccia di Eros Medea si innamora di Giasone e per lui fa di tutto per farne un eroe. Infatti tradisce la sua famiglia, la sua terra e anche il suo voto di sacerdotessa, uccide il fratellastro e permette a Giasone di rubare il Vello d’oro. Questo l’antefatto!

La tragedia raccontata da Euripide si svolge a Corinto.

Ifigenia in Tauride

Tragedia di Euripide del 412 a.C.

Destinata al sacrificio Ifigenia, figlia di Agamennone e di Clitennestra, per placare l’ira di Artemide che nega i venti alla flotta greca che non riesce a partire da Aulide alla conquista di Troia, viene salvata dalla stessa dea e condotta in Tauride con il compito di sacerdotessa. Il sacrificio quindi non avviene ma una serie di altre tragedie e morti seguiranno a questa vicenda.

E, giunta in àulide, misera me, ghermita,sollevata

   sopra l’altar, già mi feria la spada,

   quando agli Achivi mi sottrasse Artèmide,

   una cerva lasciando in vece mia;

   e per il luminoso ètere in questa

   terra di Tauri mi condusse, ch’io

   vi dimorassi. E il barbaro Tóante

   fra barbari qui regna: al pari d’ali

   è veloce il suo piede; e il nome ei n’ebbe.

   E in questo tempio una sacerdotessa

   stabilí, dove, come vuol d’Artèmide

   il rito (è bello il nome sol: del resto

   taccio, ché la Dea temo) immolo – ch’è

   della città costume avito – quanti

   giungono Ellèni a questa terra: il rito

   inizio: ad altri il sacrificio spetta

   del santuario nei recessi arcani.

   Gli strani sogni questa notte apparsimi

   or vo’ narrare all’ètere, se mai

   n’abbia sollievo.

Edipo

Non esiste spettacolo teatrale più importante tratto dal testo di Sofocle Edipo Re. La tragedia, rappresentata per la prima volta ad Atene nel 411 a.C.  racconta la vicenda del Re di Tebe. Banco di prova di traduttori del testo, di interpreti, di registi, di sceneggiatori hanno offerto nei teatri spettacoli sempre nuovi e sempre superbi. Il titolo da solo offre suggestione e stimola interesse da uno spettacolo all’altro. Re, può essere tradotto come tiranno, la scena rappresentata con soluzioni disparate ma quello che conta e il testo, il racconto, la storia che lascia con fiato sospeso gli spettatori, anche quelli che già la conoscono e l’hanno vista più volte. Questo avviene per tutti gli spettacoli del teatro greco.

L’opera inizia davanti alla reggia d’Edipo.  Le prime voci sono quelle del coro. Sono i cittadini di Atene, bambini giovani donne vecchi che con rami avvolti di bende di lana levano implorazioni. Compare sulla soglia Edipo. A chi legge lascio di cercare la storia.

Il Teatro Olimpico di Vicenza è un’opera muraria dell’architetto Andrea Palladio del 1580. Non solo è unico per la sua bellezza , nelle sue linee eleganti e semplici che creano uno stile classico ma ha il merito di essere stato il primo teatro stabile. i capolavori del Palladio sono tutti sorprendenti per avere una caratteristica propria e unica che l’autore presento in un trattato in quattro libri dove si definisce la sua lezione di architettura , le sue scelte e la sua arte. La scenografia, opera di Vincenzo Scamozzi riproduce la Città Ideale con linee prospettiche raffiguranti le sette vie di Tebe, necessarie per lo spettacolo inaugurale ma conservate e quindi preziose per lo spettacolo di Edipo

SETTE CONTRO TEBE

La tragedia di Eschilo racconta l’assedio che viene fatto alla città di Tebe da sette guerrieri con a capo Polinice appoggiati dal Re della città di Argo. Polinice rivendica al fratello Eteocle il diritto di regnare sulla città di Tebe, rispettando l’accordo di alternarsi ogni anno. Erano due fratelli gemelli e quella era stata l’unica soluzione per la successione alla reggenza della città dopo la partita in esilio del padre Edipo. Ma Eteocle non rispettava l’accordo e per questo che il coro all’inizio della tragedia lamenta la paura di una guerra e della distruzione. Eschilo racconta come avviene l’assedio. Sette capitani argivi attaccano uno per ciascuna le sette porte della città. Un Messaggero porta le notizie a Eteocle che sceglie i più valorosi per difendere le porte, uno per ogni porta. Presenta ogni personaggio  con tutta la sua fama di forza, coraggio, protezione degli Dei, e ognuno con il suo scudo speciale. Tideo alla Porta di Preto troverà ad affrontarlo Astaco, Capaneo alla Porta di Elettra troverà Polifonte, Etoeclo alla Porta di Nieste troverà Megareo, Ippomedonte alla Porta di Pallade Onca troverà Iperbio, Partenopeo alla Porta di Borea troverà Attore, Anfiarao alla Porta di Omoloide troverà Lastene e alla fine alla settima porta Polinice si scontrerà con il fratello Eteocle. I due fratelli si uccideranno a vicenda. Compare la sorella Antigone con il suo dolore e con la sua successiva tragedia.

Lo spettacolo si è tenuto Al Teatro Comunale Laura Betti – Casalecchio di Reno (Bologna).

sabato 19 febbraio 2022

Interessante ed efficace la riduzione effettuata dalla compagnia che ha reso lo spettacolo leggero da poter essere riproposto anche ad una edizione per le scuole.

EURIPIDE LE BACCANTI

La grande opera di Euripide che tratta la mancata ubbidienza agli dei e finita con la vendetta.

Il dio Dioniso, figlio di Zeus e di Semele è il nuovo Dio di Tebe. La città non si fida della sua giovane età e vedendolo in forma umana dubita della sua origine divina. Il re di Tebe è Penteo Cadmo, padre di Semele e l’indovino Tiresia celebrano anch’essi la potenza di Dioniso. Quando le donne si recano sul monte Citerone per celebrare i misteri bacchici, Penteo si lascia convincere dal dio a seguirlo, travestito da donna, sul monte. Agave, la madre di Penteo, e sorella di Semele, e le baccanti in preda al delirio dionisiaco lo scambiano per un leone e lo sbranano. Quando Agave torna alla coscienza, riconosce con orrore il capo del figlio in quella che credeva la testa del leone e portava come trofeo. La vendetta del dio è compiuta. A Cadmo che piange la morte di Penteo appare Dioniso: le sventure accadute derivano dal non aver onorato la sua potenza. Cadmo soffrirà ancora finché, mutato in drago, sposerà Armonia e troverà pace. Agave fugge lontano.

ANDROMACA

ANDROMACA

La moglie di Ettore, che si incontra la prima volta in Omero, nel sesto canto dell’Iliade, quando proprio implorava Etore di non andare in battaglia perché sarebbe stato ucciso e lei sarebbe finita prigioniera, ebbene nel dramma di Eschilo è proprio quella prigioniera.

Prigioniera e con un figlio avuto con Neottolemo, il re dell’Epiro e figlio del grande Achille.

Quindi schiava e persino del figlio di chi le aveva ucciso il marito. Ma questo non basta per la sua tragica vita, dovrà lottare ancora per salvarsi e per salvare questo nuovo figlio.

Euripide non ci racconta battaglie ed eroi, ma il dramma di una donna con le sue sofferenze, i suoi perenni rischi, le ingiuste accuse, i ricatti contro la sua maternità.