Ultimo libro letto

Una rilettura di questo testo mi è sembrata necessaria dopo tanti anni.

L’autrice, una poetessa austriaca Ingeborg Bachmann nata a Klagenfurt il 25 giugno 1926 e morta in modo tragico a Roma l’ 17 ottobre 1973), mi ha interessato per la lettura di alcune poesie della raccolta ‘Interrogazione sull’Orsa Maggiore’. Successivamente il volume di racconti ‘ Tre sentieri per il lago, mi è sembrato poco interessante e neppure affascinante. E’ il rischio dei racconti rispetto ad un romanzo.

I racconti portano avanti storie particolari di donne con personalità diverse e, forse con lo scopo di farle essere testimoni di simboli di comportamento. Tutto ciò mi è sembrato un po’ vago si da poter fare conclusioni molto arbitrarie.

Autore che ho letto per la prima volta a quaranta anni, il libro era L’ALEPH. Visto il mio entusiasmo mi fu regalata l’edizione dei meridiani, la sua opera omnia. Le considerazioni che ho appreso leggendo i suoi racconti e le sua poesia, e che ho maturato dopo la loro lettura, sono presenti nel mio pensiero oggi con la stessa importanza che mi si rivelò al momento.

Credo che sia lo scrittore che mi ha lasciato impronte più di ogni altro, fatta la debita eccezione di Dante, Shakespeare i grandi classici e il mondo della Mitologia.

In Aleph il racconto ho raccolto il messaggio che il valore della vita sta nella sua caducità.

In Finzioni ‘ LA FORMA DELLA SPADA’ la frase : a un gentleman possono solo interessare le cause perse ha fornito un ordine più preciso della scala del valore di un uomo.

Il racconto LA ROSA DI PARACELSO mette sul tavolo il dubbio, la verità, la fantasia, l’ignoranza di ciò che non si può sapere.

Romanzo di IAN McEWAN

da pag. 20 :

Nessuno potrebbe dire cosa passa nella mente di un bambino di sette mesi. Un vuoto soffuso, un grigio cielo d’inverno contro il quale le impressioni _ visive_ acustiche_ tattili esplodono come fuochi di artificio in archi di colori primari, istantaneamente dimenticate; per essere istantaneamente sostituite e poi dimenticate ancora. oppure una pozza profonda nella quale tutto precipita e scompare ma restano, seppure irrecuperabili, forme scure che esercitano in acque abissali la loro attrazione gravitazionale anche ottant’anni dopo su letti di morte , tra confessioni estreme e disperati lamenti per un amore perduto.

A SANGUE FREDDO

Presentato come romanzo Truman Capote in realtà scrive una inchiesta su un fatto realmente accaduto.

Nelle prime pagine viene data una chiara descrizione di alcuni personaggi e al tempo stesso il lettore viene informato che scompariranno. A pagina cento infatti si viene a sapere che tutta la famiglia che fino a quel punto era stata descritta con molta cura è stata trucidata. A quel punto ho interrotto la lettura , infatti non desidero leggere ne thriller, ne noir o cronaca nera e temi giudiziari. Ancor meno quei romanzi che hanno trovato tanto successo riportati come film .

Ultimo libro di Cormac McCarthy, scritto dopo 16 anni di silenzio e completato con ‘Stella Maris, una specie di seguito

Ero molto incerta se dedicarmi alla lettura di questo libro. L’autore, un americano, è entrato a far parte dei miei pregiudizi, e poi già i titoli e le indicazioni dei libri precedenti mi lasciavano il timore che trattassero di violenza o comunque fossero di un genere che preferisco evitare.

Ciò nonostante ho comprato il libro e mi ci sono dedicata con attenzione. La presentazione dei libro nel retro della copertina mi ha invitato ad aspettare momenti di gratificazione, e non dico che sono stata delusa del tutto. Ci sono stati momenti di partecipazione attiva al racconto e anche una attesa curiosa del suo svolgimento. Sono arrivata così alla fine senza fatica, ma fermandomi a riflettere sulla storia, sullo stile dell’autore confermo e comprendo la titubanza che avevo all’inizio. Però dopo aver fatto decantare la lettura il mio giudizio si è aperto ad una valutazione più attenta. Le perplessità sono diventate curiosità .La storia è piuttosto complessa e alla fine la sua complessità mostra il suo valore. Forse l’autore ha volutamente confondere la storia o lasciare che aspetti importanti fossero solo accennati per cui il lettore rimane con domande senza risposte , ma l’insieme presenta una storia che nella sua complessità risultà affascinante, non banale e soprattutto piena di messaggi importanti.

Mo Yan è una scrittore cinese. Il titolo del libro gioca sul significa della parola rane e bambino che nel carattere cinese presenta una grafia quasi identica. Pubblicato nel 2009.

Nel 2012 riceve il premio Nobel con la motivazione “perché con il suo realismo allucinatorio fonde racconti popolari, storia e contemporaneità”.

Affascinante l’inizio con il racconto che i bambini mangiano in carbone.

John Maxwell Coetzee è uno scrittore e saggista sudafricano naturalizzato australiano. Nato a Città del capo il 9 febbraio 1940. Nel 2003 allo scrittore venne assegnato il premio Nobel per la letteratura.

Allora lessi il romanzo VERGOGNA del quale ricordo il conflitto fra le culture che si fronteggiano in un paese in trasformazione, ma non esattamente la trama. Ricordo così, quasi sicuramente perché il problema del conflitto fra civiltà mi metteva in una condizione di afflizione. Ho poi capito che l’impegno dello scrittore in molti campi meriterebbe la mia partecipazione soprattutto per poter cogliere qualche aiuto a comprendere meglio piuttosto che fuggire.

Nel romanzo NEL CUORE DEL PAESE la realtà descritta è ancora non leggera. La protagonista è una donna di mezza età che soffre per la sua condizione familiare, per il suo mondo. La storia piuttosto triste e complessa porta a considerare molti aspetti aspetti. La descrizione del personaggio principale , per quanto sia una persona particolare, è così convincente che la storia porta ad una partecipazione vera del lettore.

Molti punti che offrono riflessioni e constatazioni così diverse e a volte contrastanti che fanno un libro difficile da definire. La lettura è molto scorrevole e soprattutto il racconto è impostato in tanti passi numerati che danno la successione degli fatti della storia in modo scorrevole, anche se i passaggi importanti si devono cogliere con attenzione perché sono quasi camuffati nel loro svolgimento. In altri momenti addirittura è difficile comprendere lo svolgimento dei fatti. Però anche quando non si fosse compreso un proseguo degli eventi, il valore del libro sta nella presentazione di una complessità di temi che si intrecciano fra loro, sui quali non si percepisce la possibilità di una soluzione, mentre emerge però la durezza del problema.

Fra le altre su congetture determinate dalla infelicità e dalle paure mi ha ricordato una allegoria di Dante del XVII canto del Paradiso quando Fetonte chiede alla madre Climene se suo padre Apollo è veramente suo padre.

Interessante tema della censura trattato da Coetzee.

«È caratteristico della logica paranoide della censura ritenere che la virtù, in quanto virtù, debba essere innocente e dunque, se non protetta, vulnerabile alle astuzie del vizio».

Chi sono i censori? Coetzee ritiene che i censori sono coloro che si sentono offesi su certezze alle quali non sono capaci di offrire la virtù del dubbio e della tolleranza.

Un romanzo di Nathaniel Hawthotne ( 1804 – 1864 ) scritto nel 1850.Titolo famoso da quale sono stati tratti più film, che finalmente ho voluto affrontare come se avessi avuto l’esigenza di colmare un vuoto. Il testo è bello, la storia avvincente. La storia ci porta in una realtà dove il perbenismo, l’ipocrisia e la forza dei sentimenti lottano fra loro con tutta l’intensità che crea condizioni di vita persino tragiche. Non è un libro sereno anzi piuttosto cupo ma altrettanto capace di esprimere forza, coraggio e grande impegno nella ricerca dei valori da difendere. Tutti i personaggi hanno una descrizione ben definita che può portare il lettore a simpatizzare o anche ad identificarsi.

Fortunatamente il libro che ho letto presentava una introduzione di Henry James, e cos’ oltre al piacere della lettura si è aggiunta un analisi molto interessante di uno scrittore importante. Oltre all’analisi, il critico James fa un confronto con un altro libro Adam Blair di John Gibson Lockart , ritenendo che ci siano da confrontare molte cose in comune ed altre contrapposte. Sarebbe quindi interessante leggerlo, ma non si trovano edizioni in italiano.

racconto di SHIRLEY JACKSON.

Il libro raccoglie altri tre racconti, tutti avvincenti e interessanti . Una scrittura abile e preziosa per la sua semplicità e particolarmente esauriente per il tema che tratta in ogni racconto.

La lotteria è il titolo di uno dei tre brani. Storia sorprendente, raccontata con abilità. Meglio non dire altro, per mantenere aperta la sorpresa.

Il libro più famoso della scrittrice è L’incubo di Hill House:

Su invito del professor Montague, intenzionato ad indagare e catalogare i fenomeni dentro la sinistra Hill House, tre giovani, scelti non a caso, si ritrovano a coesistere per una settimana nell’oscura dimora. Eleanor, giovane infelice, quando era molto piccola, è stata protagonista di una manifestazione di un poltergeist; Theodora è in possesso di facoltà incredibili, che vanno dalla premonizione alla telepatia; Luke nipote della vecchia proprietaria di Hill House è incaricato di rappresentare la famiglia Sanderson durante l’esperimento. Ma la vera protagonista della storia è naturalmente la vecchia casa: un posto claustrofobico, infestato, dotato di vita propria, da incubo appunto

Bjorson è stato un personaggio di notevole importanza al suo tempo. Sul piano artistico ha avuto un grande ruolo per la nascita della moderna drammaturgia norvegese e scandinava. Premio Nobel per la Letteratura nell’anno 1903. Viene associato a Henrik Ibsen ma il messaggio culturale dei due autore è molto diverso come si può comprendere dalla monografia di Ibsen lasciata dal filosofo e critico danese George Brandes del 1899.

Il romanzo Polvere, racconto breve,del 1882 tratta argomenti di vita familiare dove marito, moglie e governante hanno idee diverse sull’educazione dei due bambini. Una traccia di attenzione alla psicologia dei personaggi, molto semplificata. L’autore in un suo soggiorno a Copenaghen era venuto a conoscenza del pensiero di Kierkegaard, e considerando che era anche figlio di un parroco evangelico. La polvere come simbolo fa parte di un dialogo del libro ben centrato che si conclude con la frase

Ma la polvere delle farfalle è pur bella…

LEONARDA è una commedia in quattro atti scritta nel 1912. Il tema riguarda le difficoltà in amore dovute al perbenismo della società.

George Brandes fu filosofo e critico danese, nato a Copenaghen nel 1842 e morto nel 1927. Importante anche la sua monografia su Kierkegaard del 1877

Ogni anno l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura ( ovviamente anche per gli altri campi) è attesa con interesse e curiosità, per essere poi accolta subito con opinioni di severità o di condiscendenza. Questa volta in Italia la presenza di Jon Fosse, al momento della notizia del premio era Nobel, era scarsa ed erano poche le traduzioni in lingua italiana. Invece la critica nel mondo già conosceva bene queste opere con apprezzamenti e successo definendo la nascita dell’erede di Ibsen e Becket.

La motivazione del Nobel per le sue opere teatrali e di prosa innovative capaci di dare voce all’indicibile”.

Il romanzo MATTINO E SERA di JON FOSSE mostra uno grande scrittore particolare. Racconta una breve storia che è come uno sguardo che abbraccia la vita e la morte e lo fa con un tocco leggero che supera tutto l’ovvio. La narrazione è semplice, in alcuni tratti vuole trasportarsi nell’onirico e nell’irreale senza cercare una forma estetica.

( pagina 19: non può fare finta di non sapere quello che sa e di non aver visto ciò che ha visto).

Il romanzo è troppo breve per consentire di esprimere molto di più. Il mondo nordico che a suo tempo ho conosciuto da un altro autore, anche lui premio Nobel del 1920, Knut Hamsun (1859 -1952) mi ha attratto e affascinato, ma , fra i due autori sono passati più di 100 anni e tutto ciò che mi ha fatto amare tanto Hamsun è veramente molto lontano da questo nuovo scrittore. Per quanto lo stile di Fosse sia apprezzabile, per conoscere un autore che ha ottenuto un cosi prestigioso riconoscimento sarà necessario leggere altre opere.

La lettura di due pieces teatrali lascia ancor più incerta l’opinione sulla comprensibilità dell’opera di Fosse.

Un altro confronto importante, questa volta a ritroso, può essere con l’autore Bjørnstjerne Bjørnson premio Nobel dell’ anno 1903. Poeta e drammaturgo nato in Norvegia nel 1832 e morto in Francia nel 1910.

Il romanzo CRONORIFUGIO ha per tema la memoria sotto un aspetto particolare. il protagonista è uno strano individuo che si adopera a difesa della memoria, una memoria che vuole offrire consolazione.

La ricerca e salvaguardia della memoria si attua in modo particolare ed il narratore nella sua veste di giornalista riesce a seguire il protagonista , a incontrarlo e dividere con lui alcune esperienze.

Narrazione piacevole e curiosa.

Il tema del ricordo e del tempo era già stato trattato dall’autore in ‘Fisica della Malinconia’, dove un ragazzo è affetto da una strana sindrome: soffre di empatia, è capace di immedesimarsi nelle storie degli altri. . Infatti la malinconia si basa sui ricordi di ciò che è stato. E’ un insieme di tanti aneddoti, alcuni anche banali, ma sostenuti spesso da citazioni anche importanti, racconti presi dalla mitologia e da storie famose opportunamente trasformati. per quanto strani e fantasiosi( esempio ‘Il cannibale vegetariano’ non forniscono al libro un supporto costruttivo.

Ancora l’idea del tempo da rallentare e da ricordare si ritrova nel libro TUTTI I NOSTRI CORPI che consiste in 103 racconti. Forse ne bastavano anche meno, oppure tanti di più da farne almeno una enciclopedia. Mi hanno fatto ricordare la lettura dell’ultimo libro di Olga Tokarczuk ‘ I libri di Jakub’ dove il protagonista nel suo viaggio mostra tante varianti e offre tanto fascino.

STRINDBERG AUGUST

Conosciuto più come autore di teatro Strindberg ( 1849 _ 1912 ) ha scritto racconti e romanzi molto importanti dando un nuovo pensiero che si forma a cavallo dei due secoli, pensiero che raccoglie gli elementi basilari per il cambiamento La sua opera teatrale che lo ha reso famoso in tutto il mondo è il dramma ‘La signorina Julie.

Il suo romanzo più importante è IL FIGLIO DELLA SERVA. Carattere del romanzo è il genere autobiografico, ammesso, ma non sempre dallo stesso autore. Soprattutto documento di un’epoca, di un regime familiare, di un condizionamento religioso certamente vissuto. la prosa è semplice e scorrevole, ma non particolarmente affascinante ( un autore nordico Knut Hamsun ( Pedersen ) del periodo 1859 – 1952, premio Nobel nel 1920 sicuramento ha tratto molto da lui ).

La storia di questo figlio illegittimo che si presenta con questa condanna di fondo non ha una continuità regolare, ma si basa su la raccolta di aneddoti che presentano i molteplici stai d’animo che accompagnano le sue esperienze, principalmente tristi e di solitudine.

Ma l’autobiografia non si ferma a ‘Il figlio della serva’ prosegue in ETA DI FERMENTI dove il tempo trattato è quello della adolescenza e dell’università , per poi continuare in INFERNO e SOLO.

SAUL BELLOW

IL RE DELLAPIOGGIA

Ho letto questo libro almeno 40 anni fa e ho ricordo soltanto di qualche passo. Questa nuova lettura però ha all’attivo una migliore conoscenza dell’autore per aver letto altri suoi romanzi, per quanto anche questi molti anni fa. Non è il suo romanzo più famoso, pubblicato nel 1959, certo non è quello che lo segnalò per il premio Nobel che gli fu assegnato nel 1976. E’ però noto che sia stato quello preferito dall’autore.

Bellow è nato nel 1915 e morto nel 2005. Insieme a Isaac Bashevis Singer è considerato un portavoce dell’epoca d’ora della letteratura giudaica- americana.

Preceduto da Ernest Hemingway che nel 1954 vinse i premio Nobel per la letteratura da lui si differenzia per lo stile. lo stile di Bellow si rivolge ai sentimenti dell’uomo, mentre lo stile di Hemingway è caratterizzato dall’asciuttezza, da lui stesso definito teoria dell’iceberg. Bellow nei suoi romanzi mostra una ricerca continua per la soluzione ai problemi sia dell’individua che della società.

l’ uomo continua a vivere e vivendo le cose o vanno meglio o vanno peggio. Non si fermano, ecco, e chi è sopravvissuto ad un disastro lo sa benissimo. E quando non muori di dolore, in una maniera o nell’altra riesci a cambiarlo, il dolore, a utilizzarli cioè pagina 80

Bellow guarda al dolore come preludio alla saggezza.

La storia dei Re della pioggia è alquanto singolare, una esperienza unica, per alcuni aspetti interessante , per altri assurda. Collocata nel suo tempo, alla sua uscita ebbe un grande successo, superato poi dall’altro capolavoro Herzog. Tutti i suoi libri sono da leggere, tutti interessanti.

Qui siamo in un luogo dove i ranocchi sono più importanti delle mucche e poi anche il leone è più importante dell’uomo.

Si trova in questo romanzo frequentemente i confronti e richiami della sua famiglia, con la moglie, con i figli, e nella lettera che scrive alla moglie quasi alla fine della sua esperienza offre una bellissima sintesi.

Interessante studiare il patto di sincerità che si stabilisce fra lui e il re.

l‘uomo in gamba vorrà che il male finisca con lui pagina 147

esercizio di pazienza

uomini di potentissimo appetito sono sempre stati quelli che più dubitano della realtà. Quelli che non sopportano di vedere le speranze volte in delusione e gli amori in odio e in morte e in silenzio e così via. L mente ha diritto ai suoi dubbi ragionevoli, e per ogni vita breve essa veglia e vede e comprende ciò che tante altre menti di vita parimente breve hanno lasciato dietro di se’. ( questo lo dice il re) pagina 159

Il personaggio, suo aiutante, suo alter ego, sua sicurezza e suo freno, tanto che dovrebbe essere lui il re.

CHARLES DICKENS

Casa Desolata

L’ultimo libro letto di questo autore è stato il Circolo Picckwick. Un genere affascinante pieno di ironia e divertente per quanto piuttosto impegnativo per la lunghezza.

appunti:

Tutti sanno che Alessandro pianse quando non ebbe più mondi da conquistare pag. 17

LETTURA SOSPESA , DA RIPRENDERE CON LA CALMA NECESSARIA PERCHE’ IL LIBRO E’ BELLISSIMO.

NABOKOV

Lolita

Una nuova lettura di questo romanzo è stata premiata. il premio consiste nel migliore apprezzamento dello scrittore rispetto al tempo in cui la fame di leggere mi faceva più correre che riflettere sui suoi contenuti. Devo aggiungere che il tema trattato mi aveva lasciato delle perplessità che avevano bisogno di una comprensione più ampia dell’argomento. Oggi oltre ad una maggiore età ed esperienza, anche a quella di letture di scrittori come Houellebecq, Correre ed altri ho potuto affrontare delle riflessioni ad un raggio maggiore.

L’ ossessione tanto grave del protagonista, dal protagonista stesso denunciata come un male del quale in un primo momento ha cercato di curarsi, può generare nel lettore distacco, freddezza, antipatia fino al disprezzo. La storia però viene condotta dallo scrittore con molta abilità e può, se si vuole farlo, seguire il racconto con interesse, partecipare alle varie fasi e raggiungere un livello interpretativo più critico. A pagina 114 del libro l’autore fa dire al protagonista: ‘ Noi non siamo dei depravati. Non violentiamo come fanno i bravi soldati. Siamo miti signori infelici, con occhi di cane, sufficientemente ben integrati da saper controllare i nostri impulsi in presenza di adulti, ma pronti a dare anni e anni di vita per un’unica occasione di toccare una ninfetta. Non siamo, nel modo più categorico degli assassini. I poeti non uccidono mai.’

Una attrazione sessuale viene presentata in una forma lirica che non contempla il possesso, anzi non lo vuole, ma racconta comunque un aspetto della sessualità che andrebbe più tenuto in considerazione come un degli effetti che influenzano i rapporti. Viene considerato come basilare quando si intende parlare di sesso principalmente una modalità, trascurando altri aspetti che possono essere anche più difficili da affrontare.

il protagonista parla di poesia dove di primo acchito viene spontaneo cogliere perversione o malattia. Qui dobbiamo anche capire che il libro andrebbe consigliato con cautela o meglio, non consigliarlo. Colui che incontrandolo per caso farà i conti con il suo metro di apprendimento e di emozionabilità, usando non solo il metro ma anche dei decimetri, centimetri e millimetri.

Più che poesia io trovo che si potrebbe parlare di lirica. Sentire quindi questo dramma quasi come un acuto grido di un’opera che presenta non un amore, ma un desiderio, tanto inconfessabile quanto reale e la lotta per esso.

Certo che durante la lettura tutto prelude a qualcosa di più grave e turpe.

Il lettore in alcuni tratti può cambiare pathos nei confronti del protagonista.

…e se Lo facesse la ruffiana e mi aveva trovato una sostituta sbagliata…lezioni di piano alle quali lei non si presenta… prima la paghetta e poi la paura che accumulasse denaro sufficiente per scappare…lista delle cose proibite…la bicicletta..

Si possono analizzare tanti lati del racconto e delle sue fasi ma le interpretazioni sono sempre personali e difficilmente oggettive. Come si può trovare vedere il rapporto fra i due farsi paritario , vedi le frasi :

Ho una sorpresa per te. In autunno andiamo in Inghilterra.

Anch’io ho una sorpresa per te. In autunno non andiamo affatto in Inghilterra

Lo scrittore comunque offre molte perle nelle sue pagine. Mi piace molto questa ( pagina 330 ):

Ho notato spesso che siamo inclini a dotare i nostri amici della stabilità psicologica che nella mente del lettore acquistano i personaggi letterari. Per quante volte possiamo riaprire Re Lear, non troveremo mai il buon re che fa gazzarra e picchia il boccale sul tavolo, dimentico di tutte le sue pene, durante una allegra riunione con tutte e tre le figlie e i loro cani da compagnia. Mai Emma si riavrà, animata dai sali soccorrevoli contenuti nella tempestiva lacrima del padre di Flaubert. qualunque sia stata l’evoluzione di questo o quel popolare personaggio fra la prima e la quarta di copertina, il suo fato si è fissato nella nostra mente, e allo stesso modo ci aspettiamo che i nostri amici seguano questo o quello schema logico e convenzionale che abbiamo fissato per loro. Così X non comporrà mai la musica immortale che stonerebbe con le mediocri sinfonie alle quali ci ha abituato. Y non commetterà mai un omicidio. in nessuna circostanza Z può tradirci. una volta tutto predisposto nella nostra mente, quanto più di rado vediamo una particolare persona, tanto più ci da soddisfazione verificare con quale obbedienza essa si conformi all’idea che abbiamo di lei.

IL CACCIATORE CELESTE

Di Roberto Calasso

Questo scrittore mi ha sempre incantata con i suoi libri, alcuni più difficili da capire, ma sempre dei grandi libri. Continuerò a leggerlo e a consultarlo.

dal risvolto di copertina: Ci fu un’epoca in cui, se si incontravano altri esseri, non si sapeva con certezza se erano animali o dei o signori di una specie o demoni o antenati. O semplicemente uomini. Un giorno che durò molte miglia di anni, Homo fece qualcosa che nessun altro ancora aveva tentato. Cominciò ad imitare quelli stessi animali che lo perseguitavano: i predatori. E diventò cacciatore. Fu un processo lungo , sconvolgente e rapinoso, che lasciò tracce nei riti e nei miti, oltre che nei comportamenti, mescolandosi con qualcosa che nella Grecia antica fu chiamato ‘il divino’, diverso ma presupposto dal’ ‘sacro’ e dal ‘santo’ precedente persino agli dei. Numerose culture, distanti nello spazio e nel tempo, associarono alcune di queste vicende, drammatiche ed erotiche, a una certa zona del cielo, fra Sirio e Orione: il luogo del cacciatore celeste. le sue storie sono intrecciate in questo libro e si diramano in molteplici direzioni, dal Paleolitico alla macchina di Turing, passando attraverso la Grecia antica e l’Egitto ed esplorando le connessioni latenti all’interno di uno stesso, non circoscrivibile territorio: la mente.

Chi è in Grande Cacciatore? Oltre a Zagreus, vi sono altri Grandi Cacciatori fra gli Dei? Zeus è il Grande Cacciatore. E Ade è il Grande Cacciatore. Un invisibile filo a piombo scende dall’alto del cielo, attraverso tutta la terra e sprofonda fino all’imo degli Inferi, è il Grande Cacciatore. in nessuna sua parte il divino accetta di separarsi dal gesto di inseguire una preda. A nessuna altezza, nell’aria trasparente dell’Olimpo, nell’aria turbolenta della terra, nell’aria perennemente fosca dell’Ade , scompare il profilo aguzzo del Grande Cacciatore.

STEFAN ZWEIG

Diverse letture di questo autore mi hanno interessato. Penso che continuerò a leggerlo ancora.

INCONTRI E AMICIZIE una raccolta di piccole biografie di personalità che ha ritenuto rappresentative per quello che hanno realizzato nella loro nella loro vita. Opinioni interessanti che forniscono anche notizie preziose. Lo stile di Zweig è offre una lettura piacevole e a volte anche affascinante.

IL BRUCIANTE SEGRETO un racconto dove lo stato gli stati d’animo del protagonista sono descritti in maniera molto efficace e coinvolgente.

Sebbene non privo di risorse interiori era un tipo molto socievole e come tale benvoluto ben visto in tutti gli ambienti e perfettamente consapevole della propria incapacità di stare solo, non aveva alcuna inclinazione a fare i conti con sé stesso o in solitudine e schivava il più possibile simili situazioni perché non ci teneva affatto a una più intima dimestichezza con la propria persona. Sapeva di aver bisogno degli altri come smeriglio per cui dare esca ai suoi talenti al calore e all’euforia del suo cuore mentre da solo era rigido e inutile a sé stesso come un fiammifero in scatola.

LA NOVELLA DEGLI SCACCHI forse è il racconto più famoso.

quando accanto noi guizzarono taglienti due o tre lampi al magnesio a quanto pareva i giornalisti avevano intervistato e fotografato in fretta poco prima della partenza qualche personaggio importante. Il mio amico guardò da quella parte e sorrise. “Avete un uccello raro qui a bordo lo Czentovic “e siccome il mio viso dimostrava chiaramente una certa perplessità alla notizia aggiunse a mo di spiegazione” Mirko Czentovic il campione mondiale di scacchi ha girato tutta l’America da est a ovest per i tornei ed ora si avvia verso nuovi trionfi in Argentina”

…………………….. improvviso il mio sguardo rimase fisso agganciato ad una cosa avevo scoperto che in uno dei cappotti la tasca laterale era un po rigonfia. Mi avvicinai e credetti di riconoscere dalla forma rettangolare del rigonfiamento che cosa nascondesse quella tasca un po’ prominente: un libro. Cominciarono a tremarmi le ginocchia UN LIBRO ! per quattro mesi non avevo tenuto in mano un libro e già la sola idea di un libro in cui si potessero vedere parole allineate righe pagine e fogli di un libro in cui si potessero leggere seguire accogliere nel cervello pensieri diversi nuovi estranei capaci di distrarre aveva qualcosa di inebriante e al tempo stesso stupefacente. Ipnotizzati i miei occhi fissavano la piccola gobba che il libro formava nella tasca ardevano su quell’unico punto quasi invisibile come se volessero forare il cappotto col loro fuoco.

MOMENTI FATALI

Si parla di momenti importanti critici e pericolosi in situazioni varie, e dove personaggi vivono una particolare situazione. Sono miniature storiche descritte con grande maestria che portano il lettore alla partecipazione. Fra queste un episodio riguarda Friedrich Handel che supera miracolosamente un grave malore .

GIOCO ALL’ALBA

In questo autore Arthur Schnitzler( che mi ha affascinato in ‘Doppio Sogno ‘ letto tanti anni fa ho ritrovato tutta la tragicità del epoca del suo tempo ( 1862 – 1931) insieme ai temi che ha condiviso con Freud con il quale ha avuto molti contatti. In ‘Gioco all’Alba’ si finisce di vivere uno stato d’ansia sulle diverse sorti che si presentano.

FATO ANTICO E FATO MODERNO

Un saggio di Giorgio de Santillana. Capire il mito o la scienza arcaica e scoprirne le tracce.

L’opera capitale di questo autore, Il mulino di Amleto, precede alcuni saggi che mira a scandagliare l’idea del fato. Il testo e rivolto ad un lettore già preparato all’argomento e quindi di non facile divulgazione. la prima parte della narrazione lascia aperta l’immagine e la curiosità intorno ai tempi in cui negli uomini si veniva a generare l’idea del fato. Poi i tanti miti e i successivi filosofi si sono baloccati a creare di tutti i tipi di credenze e ideologie; avrei preferito che il saggio rivolgesse uno sguardo sullo stupore che ha preceduto le interpretazioni. Questo libro viene da una conferenza che l’autore fece in varie città italiane nel 1963.

Giorgio de Santillana (1901 -1974) è stato uno storico della scienza. Nato a Roma , fu costretto ad emigrare Negli anni in cui elaborava la sua opera capitale, Il mulino di Amleto, Giorgio de Santillana pubblicò alcuni saggi che miravano a introdurci a quella nuova visione, così sconcertante, di tutto il mondo arcaico. E innanzitutto si soffermò sull’idea posta all’origine di ogni altra nella imponente concezione del cosmo che ci appare già formata al nascere della scrittura: l’idea di fato

Giorgio de Santillana (1901 – 1974) è stato uno storico della scienza. Nato a Roma, fu costretto ad emigrare in America nel 1938 , per sfuggire alle leggi marziali.

‘Il mulino di Amleto’ presenza un percorso in cui l’ombra del fato che è presente in Amleto proviene da movimenti del cielo che da tempi lontanissimi venivano registrati. Assieme al Fato è Necessità che ritroviamo in tanti miti, presenti nei diversi continenti.

LA CRIPTA DEI CAPPUCCINI

Joseph Roth è stato uno scrittore e giornalista austriaco.

Il primo libro che me lo ha fatto conoscere è stato ‘ La leggenda del santo bevitore’, seguito da ‘Viaggio in Russia’, poi ‘Giobbe’ , ‘ La marcia di Radesky’ e ‘Fuga senza fine’: tutti libri che mi sono piaciuti, alcuni letti più volte, consigliati e anche scelti come doni da portare in quanto testimoni preziosi. Gli argomenti che porta avanti nelle sue storie sono limpidi nei suoi significati ma ugualmente portatori di conseguenti riflessioni e quindi altrettanto profondi. Ricca e carica di rappresentatività è la descrizione dei personaggi e del loro mostrarsi tanto che finisce per superare l’interesse della storia, senza mai però mantenendo il racconto ad un alto livello narrativo.

Ultima lettura è’ ‘La cripta dei Cappuccini’.

Il romanzo parla di un giovane di una famiglia ricca che vive una vita agiata, senza pensieri né una proiezione personale, nel periodo storico e critica che va incontro alla caduta dell’impero astro ungarico.

Una lettura coinvolgente per quanto lo stile rimane sempre pacato ed elegante.

Mi allungò la mani al di sopra della scrivania. I suoi occhi chiari, quasi senza palpebre, dei quali non si sarebbe detto che mai soggiacessero al sonno, sopore, stanchezza, mi guardavano distanti, estranei, da una vitrea lontananza, per niente tristi, no, più che tristi, disperati. La sua grande dentatura falsa scintillò doppiamente bianca sotto i mustacchi saraceni.” scrivimi una cartolina ” disse e si chinò daccapo sulle carte.

UN UOMO SOLO

Romanzo di Cristopher Isherwood.

Ho l’abitudine di non far seguire la lettura di un libro dopo aver visto il film che da esso è tratto e viceversa, ma nel caso di questo scrittore che avevo conosciuto in altre ricerche ho cambiato atteggiamento. Il motivo principale sta nel film che mi è piaciuto moltissimo, mi ha coinvolto tanto che che lo ho guardarlo tutte le occasioni che mi si sono presentate; inoltre desideravo conoscere meglio lo scrittore dopo aver letto una recensione su Sole 24ore di un altro suo libro ‘Il mondo di sera’.

L’interprete del protagonista del film Colin Firth ha saputo esprimere il tema del racconto in modo chiaro e coinvolgente e anche per questo ha avuto la candidatura per l’oscar ed ha vinto la Coppa Volpi assegnata al Festival di Venezia.

Ma nel libro la figura del protagonista appare in una luce più eloquente e allarga e approfondisce su più temi. La figura dell’insegnante ha un peso maggiore ed uno stato d’animo di disagio e di sofferenza dell’uomo non riguarda solo l’aspetto affettivo, ma anche sociale e ambientale.

VITA E DESTINO

Un romanzo dello scrittore russo Vasilij Grossman (1905 -1964 ).

Un volume di quasi mille pagine che fa paura nel prenderlo in mano soprattutto sapendo che tratta di argomenti tristi, come la guerra, la distruzione , la prigionia, i campi di concentramento, la fame , la lotta e la paura. Ma l’abilità dello scrittore invece ci fa affrontare tutto questo quasi con un sereno distacco. I personaggi che vivono questa storia ci fanno partecipare ad una compassione che supera l’orrore della guerra e la descrizione di scene tragiche. Ci si trova di fronte via via a storie dove principalmente si vive il desiderio della libertà che si accompagna a ogni tipo di affetto umano. Sono tanti i personaggi che si alternano e che si muovono in realtà diverse, non tutti possono essere ricordati, anzi è facile confonderli ma seguire i racconti è sempre coinvolgente.

Mi è stato necessario dedicare molto tempo per la lettura, non solo per la lunghezza del testo ma soprattutto per la necessità di distaccarsi da argomenti troppo crudi. Quasi tutto quello che viene raccontato è già da tempo conosciuto e non si apprendono cose nuove, ma il romanzo ha il grande valore di non voler impressionare, direi piuttosto che voglia far partecipare ai sentimenti dei protagonisti.

LA RICREAZIONE E’ FINITA

Romanzo di Dario Ferrari , del 2023 editore Sellerio

lettura avvincente e interessante, rende partecipi sia al vissuto reale che a una parte del passato non troppo lontano .

HARARI YUVAL NOAH

Lo storico israeliano presenta in tre volumi la storia del passato, l’attualità del presente e delle lezioni per il futuro

Sapiens da animali a Dei. Breve storia della umanità.

Homo Deus. Breve Storia del futuro.

21 lezioni. Per il XXI secolo

La lettura è interessante e al tempo stesso piacevole per la chiarezza e la semplicità di esposizione dei contenuti. Però l’impegno può interessare più chi ama la storia, comunque alcuni brani o concetti esposti prendono facilmente spazio nell’interesse del lettore.

Ho fatto una breve consultazione del primo libro e anche del terzo, mentre la lettura più approfondita è stata sul secondo. Lettura non completata perché a meta percorso mi sembrava che l’autore avesse già detto quello che voleva dire sull’argomento. L’argomento si è mostrato subito interessante e, per la verità, anche allarmante. Una consapevolezza di fondo nelle persone che il nostro avvenire (anche il presente lo è già), sarà condizionato dalla applicazione delle nuove conoscenze scientifiche e che la nostra realtà di essere umani, uomini e donne con il loro libero arbitrio, ne sarà condizionata, con addirittura il timore di vederla sparire.

Timore subito sopraffatto dal discorso della ricerca del benessere, dalla difesa della salute, dal prolungamento della vita.

Acquisire una maggiore consapevolezza è stato per me importante e certo sono venuta a riflettere con più attenzione sull’argomento presentato dall’autore. Devo ammettere che un senso di impotenza e di sconforto non si può evitare.

Al tempo stesso mi è presente la convinzione che della storia si dovrebbe scrivere solo molto tempo dopo in suo corso, altrimenti è cronaca. All’orizzonte le novità che possono arrivare sono inimmaginabili! Ma sappiamo che il potere che agisce sulle scelte da fare negli eventi non è più quello politico ma quello fortunoso che si è realizzato con il denaro e che non ha certo l’elasticità necessaria a muoversi secondo le esigenze i bisogni e le verità che si presentano.

L’assurdo delle guerre, del potere dei nazionalismi esasperati, delle volontà miopi personali (vedi ponte sullo stretto) e tutto ciò che furbescamente ci viene posto all’attenzione per distrarci da riflessioni più utili, ci rende inutili partecipi del progresso dell’uomo. E allora, quale e come è o deve essere questo progresso?

Certamente il libro suscita tanti interrogativi.

A pagina 221, l’autore scrive: Le narrazioni costituiscono le fondamenta, i fondamenti e i pilastri delle società umane. Nel corso della storia le narrazioni sugli Dei, sulle nazioni e sulle multinazionali hanno acquisito una tale forza persuasiva che hanno iniziato a prevalere sulla oggettività dei fatti.

L’autore stesso fa parte del mondo della narrazione con il suo libro. La sua trilogia è un percorso storico del quale più o meno, anche da persone colte o ignoranti, di cui siamo a conoscenza. Abbiamo imparato a scuola che c’è stato l’uomo erectus , poi l’abilis, poi quello sapiens e riusciamo a immaginare e comprendere tutte le cose che sono cambiate da allora. Personalmente il mio sguardo può abbracciare al massimo un secolo, considerando anche ciò che ho appreso dalla vita di chi ha vissuto con me; però si può sapere molto sullo sviluppo del pensiero, delle invenzioni creative e rivoluzionare e comprendere il cambiamento degli usi e costumi. Soddisfatti o meno ci troviamo di fronte ad una realtà che ci è ogni giorno un po’ più ostile e contemporaneamente più allettante. Però non abbiamo nessun (o quasi) potere di modificarla.

Ho visto un comunicato divulgativo con una tabella che metteva il TETRAPAC nel settore dei cento anni per il suo smaltimento, e allora perché si permette che sia fatto.

Parlare di questo libro con altri si rischia di esporre le proprie idee politiche e quindi di aprire un discorso che non è si mai dimostrato costruttivo. Siamo sempre schierati con idee preconcette che, per la verità anche noi stessi, non sempre sono chiare e ben approfondite.

Al tempo stesso non entrare nel merito può eludere l’impegno e la volontà dello scrittore.

Comunque, lo scrittore è bravo, scrive con chiarezza e l’argomento è importante.

ROBERT WALSER

Ho conosciuto questo scrittore molti anni fa leggendo Jacob von Gunten e al tempo ne rimasi affascinata per quanto la comprensione del significato di quel racconto fosse solo parziale, rimanendo però sempre presente un interrogativo. Sono poi venuta a conoscenza di una sua poesia sul camminare e di conseguenza l’attenzione sull’autore si è ripresa anche con un certo rammarico per non averla considerata prima. L’Assistente è il romanzo che ben si lega con la mia precedente lettura. Chiarisce le perplessità che era rimaste e mi ha completamente aperto i significati che cercavo.

La figura del commesso viene rappresentata con uno studio attento anche perché fu il primo lavoro da giovane che lo rese indipendente. Non ebbe successo mai il successo desiderato con le sue poesie ed i suoi romanzi ma grandi scrittori lo ammirarono molto e scrissero su di lui opinioni di alto livello. Musil e Kafka apprezzarono la sua scrittura leggera, il pensiero ironico Scrisse molto anche per riviste e per quanto venisse sostenuto dal fratello Carl che aveva invece raggiunto un buon successo come architetto, finì per chiudersi in una vita più ritirata, prevalentemente solitaria e al tempo stesso inquieta. Si spostava spesso, non ebbe mai una sua casa fissa se non negli ultimi 23 anni della sua vita dove rimase ospite di un istituto per malati di mente e dove morì una notte di Natale durante una passeggiata per un infarto. Per lui il camminare era una ricerca di pace

JAVIER MARIAS

DOMANI NELLA BATTAGLIA PENSA A ME

Romanzo di Javier Marìas ( Madrid 1951 -2022 ) scrittore spagnolo vincitore di numerosi premi importanti. Il romanzo comincia con una situazione in cui il protagonista, un uomo di mezza età, deve affrontare un fatto grave e imbarazzante. Quindi l’interesse è l’attenzione si attiva subito e, per quanto lo stile dello scrittore sia alquanto impegnativo, la lettura va avanti, anche se non spedita. Strada facendo l’interesse si affievolisce con l’apertura di nuovi scenari. Infatti la storia non è continuativa, anche se tutti gli episodi si collegano fra loro. Ogni capitolo comincia con una dissertazione su un tema per poi arrivare a raccontare un nuovo episodio. Si incontrano così analisi interessanti e curiose. A pagina 82 si racconta anche con ironia, sugli scrittori che scrivono per gli altri. A pagina 95 c’è la norma che consiglia di non interrompere nelle conversazioni ma al tempo stesso fare attenzione che non si creino silenzi. Un capitolo gioca sulla idea di moglie confusa con una donna di piacere. Tutte le dissertazioni hanno un carattere analitico e sono a volte acute, altre un po’ troppo dettagliate.

In una Lectio Magistralis tenuta in occasione di un premio l’autore espone il suo modo di scrivere romanzi. il suo metodo è partire da un evento che strada facendo si sviluppa e solo in fondo vede come finisce. lo scrittore nelle sue interviste è più accattivante di quanto lo siano i suoi romanzi, ma questo non ha creato impedimento al suo successo.

OLGA TOKARCZUK

GUIDA IL TUO CARRO SULLE OSSA DEI MORTI

di Olga Tokarczuk, scrittrice polacca, premio Nobel della letteratura 2018. Il romanzo presenta la storia di una anziana signora amante degli animali per la difesa dei quali si impegna molto fino ad arrivare ad una lotta estrema. E’ studiosa di astrologia e ha l’abitudine di controllare i fatti attraverso la posizione dei pianeti. le sue relazioni e l’ambiente in cui vive tracciano tutto un mondo particolare che rende il racconto interessante e avvincente.

In una sua partecipazione a Bologna nel quadro delle celebrazioni dal centenario di Dante che è stata tenuta nella sala dello Stabat Mater, parla della differenza fra Ira e sdegno. Asserisce che lo sdegno sia da condannare in quanto chi lo prova si erge a giudizio non costruttivo, mentre l’ira presuppone una conseguente azione che può essere educativa e risolutiva. Nel libro in diversi punti parla dell’ira vissuta dalla protagonista.

Letto con molto piacere .

Altra opera della autrice:

I VAGABONDI

Da pagina 241:

Quindi vai, dondola, cammina, corri, scappa perché il momento che ti dimentichi e ti fermerai, le sue grandi mani ti afferreranno e ti trasformeranno in un burattino, il suo respiro ti avvolgerà con fumo puzzolente di gas di scarico e di discariche dell’immondizia. lui trasformerà la tua anima scintillante e colorata in una piccola anima piatta, ritagliata dalla carta, dal giornale, e ti minaccerà col fuoco, con la malattia, e la guerra, ti spaventerà fino a quando perderai la pace e smetterai di dormire. Ti contrassegnerà e ti iscriverà nel suo registro, ti darà un documento della tua caduta. Ti occuperà la mente con cose poco importanti, cosa comprare e cosa vendere, dove conviene di più e dove è più caro. Da questo momento ti preoccuperai di inezie – il prezzo della benzine e quanto inciderà sulla rata del mutuo. vivrai ogni giorno affranta dal dolore come se stessi espiando una pena, per un reato ignoto che non saprai mai da chi e quando è stato commesso.

Ha scritto anche una favola ‘ L’anima smarrita ‘ dove si collega con l’uomo perso nella ‘selva oscura ‘ di Dante.

NELLA QUIETE DEL TEMPO

Il romanzo pubblicato in Polonia nel 1999 si sviluppa secondo una metodologia particolare. Vengono inquadrati dei personaggi come in una presentazione, poi vengono ripresi senza un ordine preciso, ma secondo lo sviluppo della loro storia sempre intercalandosi fra loro.

Il tempo di Prawick Il tempo di Genowefa Il tempo dell’angelo di Misia Il tempo di Spighetta

Il tempo dell’uomo cattivo Il tempo di Genowefa Il tempo del castellano Popielski

Il tempo della Vergine di Jeszkotle Il tempo di Michal Il tempo di Misia

la caratterizzazione dei personaggi è guidata da un sentimento di grande umanità che l’autrice rivela in ogni sua opera.

CRISTO SI E’ FERMATO AD EBOLI

Carlo Levi racconta il periodo passato da lui quando era in Lucania.

Racconto interessante e commovente. Moltissime cose da ricordare. In particolare il discorso che sottolinea che: nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magia, inoltre sottolinea che i contadini non cantano.

Il chinino,

CANONE INVERSO

Paolo Maurensig è un autore piuttosto impegnativo. Il romanzo infatti presenta una narrazione di non facile comprensione, ma al tempo stesso affascinante.

LA LUNA E I FALO’

Cesare Pavese è uno scrittore che mi sembra di aver conosciuto da sempre. Ricordo vagamente gli altri due romanzi ‘ La casa in collina‘ e ‘ La bella estate‘.

Ho riletto per una seconda volta, questo che è forse più famoso, dopo tanti anni. Il racconto mi affascina soprattutto nel tema del ritorno. Un tema che può sia affascinare che disturbare, dipende dallo stato d’animo del lettore. Il protagonista del racconto ritorna nei luoghi dove è nato e cresciuto, torna con le esperienze della vita che ha fatto altrove, e trova vecchi amici e tracce della sua vita passata. Si porta dietro la sua piccola e grande ansia di non sapere quali erano stati i suoi veri genitori, essendo un figlio adottato. La sua famiglia di adozione era povera e misera e contava su quella piccola somma che lo stato passava. Nel paese riconosce tante cose ma principalmente rincorre i ricordi e si accorge che non può ritrovare quello che aveva vissuto. Un amico, il Nuto, diventa una figura di riferimento; e da lui, che non si era mosso dal paese, viene un confronto più che significativo, quasi risolutivo. L’oscuro e il vago dei suoi ricordi finisce con lo svelarsi. Il racconto del bambino sprovveduto, incapace persino di desiderare, si alterna con il presente. Forse il Nuto appare una persona risolta e più disincantata, ma in fondo la vita passata e quella presente si confondono non solo nella narrazione ma piuttosto nel comprendere che tutti hanno desideri e tutti hanno delle difficoltà.

Il tema della solitudine e le peculiarità della vita contadina in ‘ Lavorare stanca’ mostrano un talento poetico che traspare anche in molti passaggi della prosa. L’inquadramento storico e politico delle sue narrazioni, certamente importanti e molto apprezzate, non sono all’altezza della componente psicologica personale. I falò così simbolici nella vita contadina, qui hanno anche un riferimento tragico e sottolineano il pessimismo dell’autore.

THOMAS BERNHARD

Thomas Bernhard è uno scrittore che avevo conosciuto diversi anni fa comprando il piccolo libro dal titolo CAMMINARE. Poiché dal titolo mi aspettavo di avere una soddisfazione sulle mie esperienze del camminare, rimasi delusa e non fui capace di porre attenzione a quando l’autore aveva scritto e raccontato.

Ho regalato il libro e non mi sono interessata di altre opere. Fortunatamente curiosando in libreria ho comprato alla cieca un libro fra i tanti che mi venivano proposti. Proprio fortuna! Il libro mi ha mostrato uno scrittore a me congeniale, prima di tutto per il modo di scrivere e poi per i temi che tratta. Molto presente la sua storia personale, questa volta non mi ha disturbato come spesso mi accade nelle autobiografie. Il suo modo di raccontare può sorprendere nella caratteristica di ripetere frasi già espresse, cosa che non annoia il lettore e neppure lo disorienta; piuttosto potrebbe cadere nella mancanza di dinamicità ma ciò non avviene perché i contenuti del racconto sono in compenso trainanti.

IL SOCCOMBENTE

la storia parla di tre musicisti, uno dei quali è addirittura Glenn Gould, il grande pianista interprete superbo di Bach. Di fronte ad un compagno di studi che finisce di risultare un genio non sempre si può accettare con ammirazione senza cadere nel confronto e nelle impossibile gara. Ne al tempo stesso si deve sminuire e svilire le capacità di chi non arriva a quei livelli. I geni sono una rarità. Si è ugualmente grandi se si riesce a fruire della genialità che loro offrono e, fuori da ogni competizione, cercare in se stessi la propria grandezza.

Goethe Muore

Una Pubblicazione che contiene più racconti : Goethe muore – Montaigne. Un racconto.- Incontro. Andata a fuoco. Relazioni di viaggio ad un ex amico.

Ogni parola di questi racconti è preziosa anche se in molti punti risente della caratteristica propria dello scrittore che ripete e ripete più volte cose già dette, con una volontà che potrebbe anche sfuggire e non sorprendere.

Ciò che si tratta è sempre un tema di valore: amicizia, consapevolezza, delusione, sogno e molto altro ma costantemente accompagnato da ilarità e arguzia.

GRANDI MAESTRI

L’uomo dalla barba bianca di Tintoretto è un ‘luogo’ dove si rivolge lo sguardo di uno dei protagonisti del romanzo.

A COLPI D’ASCIA

E’ un racconto teatrale. Ironico, a volte dissacrante porta il lettore a esaminare i comportamenti umani verso il teatro, anche fuori del teatro e comunque nella vita.

Mentre tutti aspettavano l’attore che aveva promesso di arrivare alla loro cena nella Gentzgasse verso le 11: 30 dopo la rappresentazione dell’anitra selvatica io osservavo i coniugi Auersberger dalla stessa bergere in cui stavo seduto quasi ogni giorno nei primi anni 50 e pensavo che accettare l’invito degli Auersberger era stato un errore denso di conseguenze. Ho incontrato al Graben gli Auersberger che non vedevo da vent’anni proprio il giorno della morte della nostra comune amica Joanna e ho accettato senza tante cerimonie l’invito alla loro cena artistica come i coniugi Auersberger hanno chiamato quel loro pranzo serale. Per vent’anni io non ho più voluto sapere niente dei coniugi Auersberger e per vent’anni non ho più mai visto i coniugi Auersberger e in questi vent’anni il solo fatto che qualcuno pronunciasse il nome dei coniugi Auersberger che mi ha sempre provocato il voltastomaco pensavo questo nella bergere ; ed ecco che ora i coniugi mi mettono a confronto con i loro e con i miei anni 50 per vent’anni io ho evitato i coniugi per vent’anni non li ho incontrati nemmeno una volta e proprio adesso io dovevo imbattermi in loro al Graben pensavo che era stata davvero una funesta idiozia andare al Graben oggi in questo giorno e per di più pensavo cosa che a dire il vero è diventata mia abitudine da quando ho lasciato Londra e sono tornato a Vienna idiozia fu camminare a lungo su e giù per il Graben dove dovevo immaginarlo che prima o poi avrei finito inevitabilmente per incontrare gli Auersberger e non solo gli Auersberger ma anche tutte le altre persone che negli ultimi decenni io ho ripudiato e con le quali ho avuto negli anni 50 quello che gli houerspari sollevano definire un intenso commercio artistico questo commercio comunque io l’ho interrotto ormai da un quarto di secolo da quando cioè sono fuggito dagli asperger per stabilirmi a Londra e ho rotto i ponti come si suol dire con tutta la gente della Vienna di allora che non volevo più vedere e con la quale non volevo avere più niente a che fare andare al Grabren non significa altro che entrare direttamente nell’inferno della società viennese e incontrare proprio quelle persone che non ho nessuna voglia di incontrare era cui comparsa basta ancora oggi a provocarmi ogni possibile crampo fisico e spirituale questo pensavo seduto nella bergere e per questo motivo durante le visite che negli ultimi anni mi hanno portato da Londra a Vienna io ho evitato il Graben scegliendo di percorrere altre strade e ho evitato anche il Kohlmarky e naturalmente la Karntnerstrasse e ho evitato anche la Spieghelgasse e così pure la Stalbergasse gas e la Dorotherstrasse e la Wollzeile di cui ho sempre avuto paura è la Operngasse dove tante volte sono caduto in balia proprio di quelli che odiavo di più. Ma nelle ultime settimane pensavo nella bergère avevo ad un tratto sentito un grande bisogno di andare al Graben e nella Karntnerstrasse causa dell’aria buona e del mattutino via vai la cui animazione mi appariva ad un tratto gradevole avevo sentito il bisogno di recarmi al grave sì al Graben e nella Karntnerstrasse forse perché finalmente volevo con tutte le mie forze sfuggire alla solitudine del mio appartamento di Wahring solitudine che durava da mesi e insomma perché volevo sottrarmi a quell’isolamento che in effetti mi stava rendendo ottuso nelle ultime settimane …

LA PROMESSA

Definito come il libro che decreta la fine del romanzo giallo, affascina subito per questa sua teoria. Infatti il protagonista afferma che nei romanzi gialli la ricerca dell’assassino e delle sue motivazioni viene fatta secondo la ricerca della logica, mentre nella vita esiste molto di più il caos a guidare gli eventi.

Lo scrittore svizzero Friedrich Durrenmatt, nato nel 1921 e morto nel1990 ha scritto altri romanzi polizieschi. Il giudice e il suo boia è quello più famoso. Quando lo lessi fui più incantata dallo stile dello scrittore che dalla trama. Ma ancor prima avevo letto La morte della Pizia, e l’interesse fu ancora più grande perchè si presentava come una analisi più ampia sulla fine della religione nel mondo greco. Già nell’incipit del si comprende la promessa di un racconto molto interessante.

Stizzita per la scemenza dei suoi oracoli e per l’ingenua credulità dei Greci, la sacerdotessa di Delfi, Pannychis, lunga e secca come quasi tutte le Pizie che l’avevano preceduta, ascoltò le domande del giovane Edipo ….

autore speciale che non si dimentica.

PERSUASIONE DI JANE AUSTEN

Le storie di questa famosa scrittrice si ricordano facilmente per i film che sono stati realizzati con interpretazioni di registi più o meno famosi. Questo romanzo, forse il meno famoso, è piacevole. Al tempo stesso non è possibile non avvertire la lontananza di quel mondo e del pensiero che lo sottintendeva nelle creazione dei personaggi.

L’INCOGNITA DI HERMANN BROCH

Il protagonista di questo romanzo Richard Hiech è uno studioso di fisica che vive, sotto l’influenza del suo tempo ( Freud , Yung),  ed è alla ricerca di una logica che assolva l’inaffidabilità del mondo. L’argomento può apparire difficile, ma il racconto si offre in modo scorrevole e nelle sole 180 pagine racconta una storia ricca e curiosa. I personaggi sono presentati, alcuni anche con poche righe, in modo chiaro e rappresentano un confronto prezioso nel loro contesto. Dall’inserviente del laboratorio Krispin, alla sorella del protagonista Emilia che ha lasciato il suo letto di casa vuoto per cercare una vita più facile, dal ricordo del padre del protagonista che è una figura un po’ offuscata, quasi misteriosa e allo stesso tempo curiosa ( lui raccolse i fiori con cura per poi gettarli nel fiume). Richard riprende in parte il ruolo del padre quando a tavola chiede, ‘perché la brocca è appannata d’inverno e d’estate no).

All’inizio il protagonista è un laureando, poi diventa assistente di astronomia, poi insegnante, sempre comunque un ricercatore. Il titolare dell’Istituto di matematica Weitprecht, lo coinvolge per una applicazione della teoria degli insiemi in fisica, ma per quanto le leggi fisiche e matematiche vengano elaborate, il bisogno di trovare una unicità, un motore primo della conoscenza, una incognita che permetta la conclusione dei calcoli non si arriva e può diventare l’emblema di quel periodo storico .

L’autore del romanzo, più conosciuto per la trilogia ‘ I SONNAMBULI‘, è stato anche candidato al premio Nobel dell’anno 1950.

Pagina 102….la voce del canarino color del grano, suono e colore giallo che li unisce nell’ascolto in silenzio.

Il suo capolavoro ‘LA MORTE DI VIRGILIO‘, è un libro affascinante ma anche molto impegnativo. (Chiuso in una cella delle prigioni naziste, da cui è convinto di non poter uscire vivo, uno scrittore più che cinquantenne, già favorevolmente noto al pubblico degli intenditori, ma dolorosamente consapevole di non aver saputo creare ancora il proprio capolavoro, fa il suo esame di coscienza: si scopre colpevole di essersi occupato troppo della propria età, del ‘romanzo’, cioè dello studio psicologico-sociale della propria generazione e della generazione precedente, trascurando di ascoltare la voce più pura dell’anima, l’‘inno’ che prorompe da profondità non ancora esplorate; e si riconosce in Virgilio che in punto di morte credette di dover dare alle fiamme la sua Eneide o, più esattamente, si prepara ad affrontare con raccolta, ferma consapevolezza l’esperienza della morte, narrando a se stesso l’ultima giornata terrena di Virgilio. Il poeta romano, che pur aveva ascoltato, come il suo eroe, la voce della Sibilla, mancò secondo Broch alla propria missione, perché compose un poema politico invece del poema del mistico trasumanamento che era chiamato a comporre; perciò, almeno la sua morte, come Broch immagina di volerla narrare, dovrà essere un capolavoro compiuto e definitivo, quel supremo rito di purificazione al cui ideale tutta la sua vita e tutta la sua opera poetica si sarebbero dovute conformare. Se dobbiamo credere a testimonianze dei conoscenti e ad informazioni di seconda mano, Brock condusse a termine il suo romanzo iniziato nella prigionia soltanto per debito di gratitudine verso i generosi ammiratori ed amici trovati in America. Per debito di gratitudine e soprattutto per uno spontaneo moto di umanità- per ottenere da Augusto la liberazione dei propri schiavi – Virgilio rinuncia a distruggere il poema sebbene lo consideri opera fallita e ne consegna il manoscritto all’imperatore. Brock distrusse invece il suo romanzo lo distrusse però non gettandolo nel fuoco ma conducendolo a termine. Il senso del romanzo è infatti la dimostrazione della necessità di distruggere il romanzo vero e proprio, quel romanzo che è necessariamente narrazione realistica, onde attuare il romanzo della conquista di una superiore realtà ultraterrena è pur sempre terrena, quell’inno religioso ed insieme cosmico con cui l’anima rappresenta e crea ad un tempo, crea e ad un tempo distrugge la realtà esteriore.)  Ladislao Mittner

 Da pagina 68  … l’interno e l’esterno sono la medesima cosa, sono l’immagine e lo sforzo dell’immagine, ma non sono ancora quella unità che è la conoscenza.

settembre 2022

VITE CHE NON SONO LA MIA DI EMANUEL CARRERE

‘Vite che non sono la mia ‘ è uscito nel 2009. Il titolo del libro rispecchia chiaramente i racconti di diversi personaggi e di episodi fondamentali delle loro vite, presi in prestito da vicende personali dell’autore. ( Questa donna aveva perso tutto, ma perché aveva tutto) Cita Celine ( la peggior sconfitta in ogni cosa è dimenticare, e specialmente ciò che ci ha fatto crepare )

Come nell’altro libro LIMONOV, 2012, una storia di tinte molto più forti ma molto coinvolgente è fortemente presente il confronto in cui l’autore si pone con gli altri. Proiettare su di se le storie di cui parla lo rende critico su se stesso. In YOGA si racconta la partecipazione ad un seminario Vipassana con uno spirito più critico che di esperimento, tema che viene sospeso perché il protagonista-autore viene richiamato ad occuparsi in qualità di giornalista dell’attentato a Charlie Hebdo. In l’ AVVERSARIO, la chiave giornalistica e ancora più evidente. Interessante è stata la lettura di BAFFI del 1986, dal quale è stato tratto il film.

( In un certo periodo della mia vita sono stato cristiano , lo sono stato per tre anni, non lo sono più ) da IL REGNO del 2015 . Una lettura alquanto impegnativa sia per la lunghezza del testo sia per la laboriosità della presentazione. L’argomento si muove intorno a San Paolo ed al suo racconto su Gesù. (Le religione era persino al di là del rifiuto, era completamente estranea ai nostri pensieri e alla nostra esperienza. poteva interessarmi la teologia, ma, citando Borghes, come un ramo della letteratura fantastica).

La scrittura di Carrere è molto piacevole e chiara. Lui stesso dice chiaramente che ha del talento. Manca una sua creazione vera è propria, speriamo che esca dal suo mondo giornalistico e ci offra un vero romanzo.

luglio 2022

LE PARTICELLE ELEMENTARI DI MICHEL HOUELLEBECQ

Dopo aver letto SEROTONINA dello stesso autore , sono passata all’opera di lui più apprezzata dalla critica e ho condiviso l’opinione che questo libro si presenta più completo e più chiaro per cogliere l’intenzione dello scrittore. L’effetto più immediato che si può avere nel leggere questo autore riguarda l’ argomento sesso. Molte descrizioni possono disturbare o forse essere gradite, comunque appaiono oggettivamente esplicite o eccessive o gratuite. La narrazione ha comunque una forza narrativa che esula da questa impressione. I personaggi di questi due libri vivono realtà difficili dove e lo stato di depressione e la mancanza di ideali e di volontà denunciano una società che non è in grado di essere all’altezza e di sostenere le regole che impone. Ciò nonostante, come sostiene lo scrittore Marcello Fois, si può definire Houellebecq un romantico, che raccontando il disagio di vivere vuol denunciare un recondito desiderio di un mondo ideale, di uno stato romantico. La sua durezza che si trova anche nelle sue poesie, si esprime in maniera più centrata nella sua prima opera ESTENZIONE DEL DOMINO DELLA LOTTA. La sua produzione letteraria è ricca, tratta temi sempre forti per i quali lo scrittore ha dovuto sostenere il confronto su denunce, però sempre vinte. Interessante la biografia dello scrittore di letteratura horror H.P. Lovecraft, che è stata la sua prima opera. Contro il mondo, contro la vita (H.P. Lovercraft. Contre le monde, contre la vie, 1991).

Giugno 2022

HERMAN MELVILLE

BARTLEBY LO SCRIVANO 

un racconto di Hermann Melville scritto due anni dopo il famoso romanzo Moby Dick, del 1853.

Il racconto è conosciuto, è considerato uno tra i più bei racconti dell’epoca moderna e ha cimentato tanti autori e critici con le loro interpretazioni.

Colui che racconta è un importante avvocato di Wall Street di New York, che nel suo studio è seguito da impiegati alquanto particolari. Ognuno di questi ha un nome che lo evidenzia nella sua stranezza. Bartleby arriva da ultimo e la sua stranezza supera quella degli altri. Viene così a crearsi un rapporto di non accettazione che però non smuove Bartleby dal suo comportamento.

Si potrebbe sottolineare che sia dalla parte del datore di lavoro che da quella dell’impiegato non vengono segni di cambiamento e che nessuno cambia posizione. L’avvocato racconta e mostra il suo impegno per risolvere il problema, cambia ufficio, offre denaro e consiglio, si interessa di quello che avviene in seguito, ma in realtà dimostra che non accetta quell’individuo per come si comporta. Dal suo canto Bartleby non chiede niente, vuole solo rimanere nella sua inedia per quanto lo porterà fino alla sua stessa distruzione.

BILLY BUDD

Dalla ultima opera di Melville ‘ BILLY BUDD. ….Billy, sebbene felicemente dotato della gaiezza dell’ottima salute, della gioventù e della libertà di cuore, era tuttavia del tutto esente dalla piega satirica. di essa gli mancava parimenti la volontà e l’infausta destrezza. dedicarsi ai doppi sensi e alle insinuazioni di qualsiasi sorta era assolutamente estraneo alla sua natura.

Possiamo dire che Melville sia uno scrittore veramente geniale nel ritrarre personaggi geniali.

CLAREL

Opera meno conosciuta di Melville e anche di non facile lettura, ma comunque molto interessante. Tratta di un viaggio in Terrasanta, probabilmente pensato dopo un viaggio dell’autore in Medio Oriente del 1857. Il racconto dimostra la stessa traccia del romanzo ‘Tancred ‘ di Benjamin Disraeli. Fu pubblicato privatamente nel 1876, ma l’edizione inglese arriva nel 1924.

Dobbiamo ad Elémire Zolla la possibilità di poterci avvicinare ad un testo così impegnativo. Zolla sostiene che :  La facoltà di veggenza Melville l’aveva acquistata ad un prezzo glorioso: rinunciando del tutto a parteggiare, ad agire. Egli non porge insegnamenti, precetti sociali o politici, ma spicca il suo volo di civetta dopo la giornata operosa e ingannevole, dopo la fantasmagoria degli atti cui si è piegati dalla forza dell’illusione o dal ricatto della dura necessità. Egli parla ai nostri attimi di pace, di indifferenza, di sovranità; lascia che risuonino tutte le voci, e le estreme di preferenza, quelle che negano ogni senso (mondano) alla vita; permette a ogni germe di crescere e di offrire alla mente il suo frutto: nulla reprime. È un eroe gnostico»

Dobbiamo ad Elémire Zolla la possibilità di poterci avvicinare ad un testo così impegnativo. Zolla sostiene che :  La facoltà di veggenza Melville l’aveva acquistata ad un prezzo glorioso: rinunciando del tutto a parteggiare, ad agire. Egli non porge insegnamenti, precetti sociali o politici, ma spicca il suo volo di civetta dopo la giornata operosa e ingannevole, dopo la fantasmagoria degli atti cui si è piegati dalla forza dell’illusione o dal ricatto della dura necessità. Egli parla ai nostri attimi di pace, di indifferenza, di sovranità; lascia che risuonino tutte le voci, e le estreme di preferenza, quelle che negano ogni senso (mondano) alla vita; permette a ogni germe di crescere e di offrire alla mente il suo frutto: nulla reprime. È un eroe gnostico»

Nel testo troviamo che Melville afferna”supponete che esista un popolo i cui inizi sieno senza impedimento o precedente di leggi; anzi aggiungete: che sia teso a scordare ogni cosa tranne una: l’eccellenza dell’uomo abbandonato a se stesso, alla sua inclinazione, alle sue sole risorse ed al suo intento; ammettiamo che, a satira del cielo, un modo, un mondo nuovo venga concesso come proscenio per allestirvi l’evento. Se esiste un popolo simile, allora, udite urlano i tamburi dell’inferno! Una azione ammonitrice è per aver luogo nel dramma della specie umana.

TEMPO DI SECONDA MANO La vita in Russia dopo il crollo del Comunismo

La giornalista e scrittrice ucraina che nel 2015 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura, espone nel suo libro un ricca testimonianza sullo sconvolgimento che vive in Russia ma è nato in Unione Sovietica. Tempo di seconda mano è un monumentale dramma corale che tratteggia la tragedia collettiva legata al crollo dell’Unione Sovietica, un dialogo con diverse generazioni di uomini e donne. Un affresco impressionante e toccante della storia del secolo scorso e di quello appena iniziato, in bilico fra utopia e disincanto, speranza e resistenza.