Brani ricordo

Sono brani e frasi che mi hanno lasciato particolari impressioni e suggestioni e riflessioni

ROBERT WALSER

L’ASSISTENTE

 Pagina 51: L’indomani infatti era il 1° agosto e in quel giorno tutta la nazione festeggiava annualmente la memoria di un atto degli avi valoroso e magnanimo. Joseph fu mandato in paese a comprare per il giorno dopo ogni sorta di lampade, lampioncini, gagliardetti e bandiere nonché candele e materiale infiammabile per i fuochi d’artificio.

 Pagina 58: … quanto all’effetto che faceva il grande stemma russo e bianco illuminato Tobler ne era oltremodo soddisfatto. Fece quindi portare delle altre bottiglie e non finiva più di riempire i bicchieri che gli venivano porti. Avanti diceva ad alta voce, oggi bisogna berne ancora uno anche se non si ha più sete. E i bicchieri squillavano urtandosi, il loro suono si mescolava alle risa che scoppiavano dopo ogni sciocchezza trovata e detta lì per lì. Le guance erano accaldate come gli sguardi. La Tobler naturalmente aveva da un pezzo fatto portare a letto i bambini.  Qualcuno di nascosto impiastricciò di vernice rossa un turacciolo e a sorpresa lo piazzò sul naso dell’anziana signora della parquetteria, dove rimase appiccicato.  Tobler, al vedere questa scena, corse il rischio di crepar dal ridere, dovette tenersi le mascelle perché non gli si spaccassero. Finalmente i suoni e sorrisi della festa si spensero con l’ultimo bicchiere di vino portato le labbra dei presenti. L’ euforia delle burle illanguidiva e di momento in momento cascava, barcollando all’indietro, nel sonno. Mentre le donne si alzavano e si avviavano verso casa gli uomini trattennero ancora una mezz’ora nel capanno del giardino, facendosi pian piano di nuovo seri.

ROBERT WALSER

ROBERT WALSER

OLGA TOKARCZUK

Da ‘ I LIBRI DI JACUB -IL GRANDE VIAGGIO

a pagina 920 :

Presi a cuore quello che ci insegnava Issachar.

Lui diceva che ci sono quattro generi di lettori. C’è il lettore spugna, il lettore imbuto, il lettore colino e il lettore setaccio. la spugna assorbe tutto come viene, è chiaro che poi si ricorda molte cose ma non sa estrarne l’essenziale. L’imbuto accoglie da una estremità e dall’altra fa uscire tutto quello che ha letto. Il colino lascia passare il vino ma trattiene il deposito, quello non dovrebbe leggere proprio e farebbe meglio a dedicarsi all’artigianato. Il setaccio separa la pula per ottenere il grano migliore.

‘Vorrei che voi foste come il setaccio e non tratteneste ciò che non è buono e che è noioso’ ci ripeteva Issachar

FERNANDO PESSOA

da Il Libro dell’Inquietudine

 …sogno una vita erudita, nella coabitazione silenziosa degli antichi, rinnovando le emozioni attraverso le emozioni altrui, riempiendomi di pensieri contraddittori nella contradizione di coloro che meditano e di coloro che hanno quasi pensato- e che sono la maggioranza di coloro che hanno scritto. Ma la sola idea di leggere si dilegua se prendo dal tavolo un libro qualsiasi; il fatto fisico di dover leggere mi inibisce la lettura…

brano 77 (400)

Traduzione di Maria Josè de Lancastre e Antonio Tabucchi

LUIGI PIRANDELLO

da “Novelle per un anno”

La casa del Granella

La vista dello sterrato deserto, nell’alto colle, su cui sorge la città, strapiomba il rapidissimo pendio sull’ampia vallata, con quell’unico lampioncino, la cui fiammella vacillava come impaurita dalla tenebra densa che saliva dalla valle, non era fatta certamente per rincuorare un uomo dalla fantasia un po’ alterata. Ne poté rincuorarlo poi più di un lume di una candela stearica la quale, chissà perché, friggeva ardendo come se qualcuno vi soffiasse su per spegnerla. Non si accorgeva Granella che aveva un ansito da cavallo e che soffiava lui con le nari sulla candela.

HENRICH HEINE

da Impressioni di viaggio in Italia

…che nessuno si sognerebbe di metterne in dubbio la credibilità: Le lucertole, con le loro codine intelligenti e con i loro occhietti penetranti, mi hanno raccontato cose meravigliose mentre mi arrampicavo solitario tra le rocce dell’Appennino. Infatti, ci sono cose fra cielo e terra che non solo i nostri filosofi, ma nemmeno il più semplice degli sciocchi può arrivare a comprendere. Le lucertole mi hanno raccontato che tra le pietre circola una leggenda secondo la quale Dio un giorno si farà pietra per salvarle dalla loro durezza. Una vecchia lucertola però era dell’opinione che questa pietrificazione sarebbe avvenuta solo dopo che Dio si fosse incarnato in ogni specie animale e vegetale e le avesse redente tutte. Solo poche pietre sono capaci di sentimento, ed esse respirano solo al chiaro di luna, queste pietre si rendono conto della loro condizione e sono terribilmente infelici. …

Traduzione di Bruno Maffì

KNUT HAMSUN

dal prologo di UN VAGABONDO SUONA IN SORDINA

Di sicuro ci sarà abbondanza di frutti di bosco, quest’anno. Mirtilli rossi, bacche di moretta e di camemoro. Per carità, non che si possa campare a frutti di bosco. Però è bello che siano lì, tra l’erba: è un piacere guardarli. E a volte danno anche un po’ di ristoro, quando hai sete e fame. Stavo pensando a questo ieri sera. Ci vorranno ancora due o tre mesi prima che le ultime bacche dell’autunno siano mature, lo so. Ma la terra dà anche altre gioie, oltre alla bacche. In primavera e in estate le bacche sono ancora soltanto dei fiori, ma ci sono le campanule e i ginestrini, i boschi fitti e senza vento, il profumo degli alberi, il silenzio. dal cielo viene come il lontano mormorio di un fiume, in tutta l’eternità non esiste suono altrettanto persistente. e se non tordo si mette a cantare, mio Dio, quali altezze può raggiungere la sua voce, e quando è su, al culmine la melodia disegna all’improvviso un angolo retto, una linea limpida e pura che pare intagliata con il diamante, e torna a cantare su toni più bassi, dolcemente, in modo incantevole. anche lungo le rive c’è vita: urie, cornacchie e sterne saltellano qua e là; la cutrettola è in cerca di cibo, si muove a scatti, agitando la coda, elegante con quel suo becco lungo, poi si posa in volo su uno steccato e si mette a cantare anche lei. Ma dopo il calar del sole può capitare che uno svasso intoni i suoi malinconici urrà da un nascosto lago di montagna. E’ l’ultimo. Ora resta solo il grillo. Di lui non c’è niente da dire, non lo si vede e non serve a niente. Sembra che se ne stia lì a impeciare l’archetto del suo violino. Traduzione di Fulvio Ferrari

Enrico Heine

Si, Europa soggiacque…Chi può mai resistere ad un toro? Noi scusiamo anche Danàe…Ella cedette ad una pioggia d’oro! Semele si lasciò sedurre, poiché pensò: ” Una nuvola, un’ideale nuvola del cielo non ci può compromettere.” Ma quel che leggiamo di Leda non può non indignarci profondamente… Che razza d’oca tu fosti, che un cigno fu capace di affascinarti Poesie Liriche / Carlo Signorelli – Milano – 1932

Maugham Somerset

Da: IL FILO DEL RASOIO

Come fanno tutti in occasioni simili, non solo si dissero molte futilità, ma ripeterono le stesse cose all’infinito . –